CeDAC Prosa: “La Ferocia” (Premio Ubu 2024) – dal romanzo di Nicola Lagioia – da mercoledì 26 a domenica 30 marzo al Teatro Massimo di Cagliari –
CeDAC Prosa: “La Ferocia” (Premio Ubu 2024) – dal romanzo di Nicola Lagioia – da mercoledì 26 a domenica 30 marzo al Teatro Massimo di Cagliari – Viaggio nel Meridione d’Italia tra le vestigia del passato e le rovine del presente ne “La Ferocia” uno spettacolo di VicoQuartoMazzini tratto dall’omonimo, fortunato romanzo diNicola Lagioia (Premio Strega e Premio Mondello 2015), con adattamento di Linda Dalisi, scenografie di Daniele Spanò e disegno luci di Giulia Pastore, musiche di Pino Basile e costumi di Lilian Indraccolo, per la regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà(produzione SCARTI / Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Elsinor / Centro di Produzione Teatrale, LAC / Lugano Arte e Cultura, RomaEuropa Festival, Tric Teatri di Bari e Teatro Nazionale di Genova) in cartellone da mercoledì 26 fino a domenica 30 marzo al Teatro Massimo di Cagliari (tutti i giorni da mercoledì a venerdì alle 20.30 – turni A, B e C; sabato alle 19.30 – turno D e domenica alle 19 – turno E) sotto le insegne della Stagione 2024-2025 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari, con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Una moderna tragedia, in cui la morte di una giovane donna strappa il velo delle apparenze mettendo in risalto i meccanismi antici della corruzione e della collusione, la rete delle influenze e delle amicizie determinanti nel successo (come nel fallimento) degli affari: bella, ricca e spregiudicata Clara, figlia di Vittorio Salvemini, impresario edile fattosi dal nulla e impostosi nel panorama immobiliare della Puglia e non solo grazie al suo carisma e alla sua determinazione, scompare dalla scena lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile e un silenzio vibrante di interrogativi e dubbi, al termine di un ultimo volo, interpretabile (forse) come un estremo atto di ribellione e di rivendicazione o riappropriazione della sua libertà. Sotto i riflettori Michele Altamura, Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella,Francesca Mazza, Marco Morellini, Gabriele Paolocà e Andrea Volpetti prestano volto e voce ai protagonisti di una vicenda inquietante, una favola nera in cui un ritratto di famiglia (in un inferno) si confonde con uno spietato affresco della società: «nel pensare la regia dello spettacolo abbiamo scelto di mettere al centro, nella sua assordante assenza, il corpo di Clara, chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere» – sottolineano Michele Altamura e Gabriele Paolocà –. «Intorno, l’abissale e cruenta vanità del potere rappresentata dagli altri membri della famiglia e da tutti coloro che sono coinvolti nei loro affari. A fare da contraltare un figliastro tornato come un Oreste contemporaneo a gridare vendetta e un giornalista ossessionato da una frenetica fame di verità e da un amore sconfinato per la terra in cui è nato».
“La Ferocia” (Premio Ubu 2024 come miglior spettacolo, Premio Ubu 2024 come miglior attrice a Francesca Mazza, Premio Ubu 2024 come miglior attore a Leonardo Capuano e Premio Ubu per il miglior disegno luci a Giulia Pastore) racconta in controluce attraverso la storia della famiglia Salvemini, dove «le colpe dei padri si annidano nella debolezza dei figli», lo splendore e la decadenza della civiltà occidentale. Nella figura di Vittorio Salvemini, un uomo ambizioso impegnato in una difficile ascesa economica e sociale, pur con le sue debolezze, con le ansie e gli affanni di una vita dedita al lavoro, mentre la cura della casa e dei figli è affidata alla moglie Annalisa, si incarna il modello del parvenu, approdato nei salotti e nelle stanze del potere in virtù della potenza del denaro, ma pur sempre vulnerabile, in balia delle leggi del mercato e ancor più dei capricci e dei favori della politica.
«Con “La Ferocia” ci concediamo la possibilità di raccontare il Sud non come un’eccezione ma come la regola – affermano i due registi –. «E di conseguenza ci chiediamo: il Sud può essere una sineddoche? Può assurgere al ruolo di protagonista del dramma di un mondo fuor di squadra, dove il crollo economico dell’occidente e l’incomunicabilità tra sostenibilità ambientale e progresso siano soltanto alcuni dei sottotesti che ci rifiutiamo di interpretare? In fondo il Sud conosce bene questa parte, l’ha imparata a memoria molti secoli fa, ripetendola sottovoce, e ora è pronta a rivelarla a un’umanità che ha smesso di allungare i suoi tentacoli per avvinghiarsi attorno a narrazioni di sistemi economici, sociali e politici stantii, incapaci ormai di tradurre i cambiamenti del presente».
“La Ferocia” attinge alla materia ricca e pulsante del romanzo, scritto in una lingua immaginifica, in cui si alternano visioni oniriche come l’apparizione del corpo luminescente di Clara, la grande assente, colei che non è più ma rivive nei ricordi di chi l’ha conosciuta, fulcro del dramma e squarci di realtà, dove la malattia mentale autentica o indotta serve a coprire il disagio per situazioni imbarazzanti e nodi irrisolti, e sottilmente si consumano implacabili vendette dietro la finzione della generosità e del perdono, tra le note stridenti di una simulata bonomia. Nella mise en scène Michele Altamura e Gabriele Paolocà mettono l’accento sui temi centrali nel mostrare il microcosmo della famiglia, specchio della società per evocare un mondo arcaico, dove il retaggio della civiltà patriarcale si sposa alla temerarietà e alla mancanza di scrupoli, alla corruzione e alla depravazione, insieme alla perdita degli antichi valori in ogni ambito della vita pubblica e privata.
Focus sulle atmosfere, sull’arcana bellezza e sull’inevitabile degrado del Meridione d’Italia, tra l’eredità del passato e la nostalgia del futuro, con l’eco di una sofferenza antica sublimata e come incastonata nel paesaggio: «Una musica entra nei paesi e raccoglie il dolore di ogni singolo per disperderlo di nuovo tra le rocce e gli uliveti, simile alle ceneri delle generazioni morte – scrive Nicola Lagioia ne “La Ferocia” –, in modo che su ognuno gravi la stessa pace. In questo è l’infelicità del Sud, il suo intoccato privilegio».
Oltre la Scena – incontro con gli artisti: giovedì 27 marzo alle 18 nel Foyer del Teatro Massimo di Cagliari, i protagonisti raccontano “La Ferocia” in una conversazione con Roberta Ferraresi (ricercatrice e docente di Storia del Teatro e Linguaggi dello Spettacolo all’Università di Cagliari) – ingresso gratuito fino a esaurimento posti
Lectio Magistralis di Nicola Lagioia: s’intitola “Dal Romanzo al Testo Teatrale” la lezione dello scrittore Nicola Lagioia, autore de “La Ferocia” (Premio Strega e Premio Mondello 2015) in programma giovedì 27 marzo dalle 15 alle 17 al Teatro Massimo di Cagliari per Legger_ezza 2025, il progetto di Promozione della Lettura del CeDAC Sardegna per Studenti a Teatro, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari. – introduce Irene Palladini (ricercatrice presso l’Università di Cagliari 7 Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali)
– ingresso gratuito con obbligo di prenotazione: biglietteria@cedacsardegna.it – cell. 345/4894565.
INFO & PREZZI
CAGLIARI
Biglietti
Platea I settore: – intero 35,00 € – ridotto 27,00 €
Platea II settore: – intero 30,00 € – ridotto 22,00 €
Loggia e Palchetti: posto unico 15,00 €
Prevendite:
Biglietteria del Teatro Massimo di Cagliari – via E. De Magistris n. 12 – Cagliari – per informazioni: cell. 345/4894565 – e-mail: biglietteria@cedacsardegna.it – www.cedacsardegna.it .
Box-Office Sardegna – viale Regina Margherita n.43 – Cagliari
prevendite online: https://www.vivaticket.com/it/ticket/la-ferocia/246970