Domani alle 18.30 alle Acli , in viale Marconi 4, si parlerà di “Destinazione Argentina” assieme ad alcuni ragazzi provenienti dei circoli sardi di Buenos Aires, San Martin de B.A, Rosario, Mar de Plata, Villa Bosch, La Plata, S. M. de Tucuman.
Sono oltre 10mila i sardi che risiedono stabilmente nel continente americano: dopo la Svizzera, i paesi con il maggior numero di sardi registrati sono l’Argentina e gli Stati Uniti. I dati dell’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero), presentati nel corso del convegno di martedì scorso sull’Emigrazione Sarda in America organizzato da Crei Acli, confermano quale sia l’entità e l’importanza di un fenomeno ricco di stimoli e opportunità, tanto più che, come testimoniano gli stessi dati, quasi la metà di coloro che hanno lasciato la nostra isola per il Nuovo Continente sono nella fascia d’età 18-34 (2161 persone) o 35-54 (2899), fanno parte in pieno, cioè, della cosiddetta popolazione attiva.
Per questo le Acli provinciali, in collaborazione con Ipsia Sardegna, Giovani delle Acli, Faes (Federazione Associazione Emigrati Sardi) e TerzOnline, organizzano per domani, lunedì 15 ottobre, nella sede di viale Marconi, 4 un incontro sul paese sudamericano dove risiedono la maggior parte dei sardi emigrati. Nel corso dell’incontro Destinazione Argentina, al quale parteciperanno anche alcuni ragazzi provenienti dai circoli sardi di Buenos Aires, San Martin de B.A, Rosario, Mar de Plata, Villa Bosch, La Plata, S. M. de Tucuman, sarà possibile conoscere meglio tutto ciò che il paese offre a coloro che decidono di andare a visitarlo o vogliono trasferirsi per un periodo o stabilmente.
“Molto spesso si guarda al fenomeno migratorio in chiave negativa – spiega il presidente provinciale delle Acli Mauro Carta – e non si colgono gli aspetti positivi e le opportunità date da una rete tanto vasta sia in chiave di commercio che di confronto diretto con altre realtà tanto differenti dalla nostra. Il lavoro e l’impegno profuso dai circoli dei sardi in tutto il mondo, inoltre, testimoniano il fortissimo legame che tiene i sardi emigrati attaccati alle proprie origini”. Un affetto che si trasforma di accoglienza per coloro che arrivano in un paese straniero o in contatti per chi è interessato a aprire una via di comunicazione anche commerciale.