Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm: “Dopo mesi di trattative e mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, ancora non si conoscono nel dettaglio gli elementi dell’intesa tra ArcelorMittal, Governo e Commissari Straordinari.”
“Domani ArcelorMittal e Commissari si presenteranno davanti al Tribunale di Milano per chiedere un ennesimo rinvio. Non è stato sufficiente il periodo trascorso dal 20 dicembre ad oggi per raggiungere un’intesa tra le parti. Siamo impossibilitati ad esprimere giudizi perché non conosciamo su quali basi le parti hanno convenuto per chiedere un nuovo rinvio”.
“Scongiurato il pericolo di fermata dell’Afo 2 e dell’ex Ilva; ora ArcelorMittal rispetti le prescrizioni vincolanti emesse dal Giudice del Riesame per evitare di avere nei tempi prescritti rischi di incidenti e non ritrovarci nelle medesime condizioni al termine dei tempi stringenti previsti dal dispositivo giudiziario. Ora chiediamo il rientro al lavoro dei 1.273 in cigo e dei circa 1.900 in cigs per evitare migliaia di esuberi strutturali”.
“Non conosciamo ancora i contenuti dell’accordo raggiunto tra l’Amministrazione straordinaria e ArcelorMittal. È stato un percorso inedito e di un’inaudita gravità che non ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.
“Ci aspettavamo un’altra decisione del Giudice di Taranto dopo l’ok che era arrivato dalla Procura. Ma, al di là dell’atto giudiziario, la questione dirimente e gravissima è stata la strumentalizzazione di ArcelorMittal, che ha richiesto la cassa integrazione per un numero sproporzionato di lavoratori per la fermata dell’altoforno 2. Dall’incontro di ieri il Governo è risultato incapace e impreparato, sia rispetto alla richiesta di cassa integrazione dell’azienda, sia rispetto al piano industriale, presentando solo ipotesi e non portando nessuna novità rispetto a quanto uscito sui quotidiani nei giorni scorsi”.
“ArcelorMittal ha comunicato, alle organizzazioni sindacali nazionali e alle Rsu del sito di Taranto, la decisione di avviare la procedura di richiesta di cassa integrazione straordinaria per il sito pugliese per 3.500 lavoratori, dopo il rigetto dell’istanza del Giudice sulla continuità produttiva dell’altoforno 2. La decisione di ArcelorMittal è di una gravità inaudita poiché, anzichè verificare tutte le alternative possibili per non ricorrere a uno strumento cosi invasivo, utilizza il provvedimento del Giudice per ottenere i risultati che si era prefissata: utilizzare i lavoratori come scudi umani. La multinazionale non aspettava altro che lo stop all’altoforno 2 per accelerare il suo progetto di morte per lo stabilimento di Taranto e degli altri siti italiani del Gruppo. Un atteggiamento da sciacalli sulla pelle di migliaia di lavoratori e di famiglie”.
“Chiediamo urgentemente che il Presidente del consiglio Conte e il Ministro Patuanelli chiariscano e spieghino se sia realmente arrivata la lettera da parte di ArcelorMittal di cui parlano da alcuni giorni diversi organi di stampa”.
“Prima il 5 dicembre, ora il 20. ArcelorMittal ha solamente rinviato i tempi di spegnimento degli impianti dell’ex Ilva e non ha ancora ritirato la procedura di recesso dal contratto. Nessuna trattativa si può avviare sotto ricatto”.
Palombella (Uilm): “Oggi si è consumato il fallimento di una classe politica che non è stata in grado di tutelare la salute dei cittadini di Taranto, un settore industriale fondamentale per l’economia italiana e salvaguardare oltre 20mila posti di lavoro.”