“Con la firma dell’accordo, ArcelorMittal e Commissari tutelano solamente i loro interessi, mentre quelli sociali, occupazionali e delle comunità coinvolte vengono messi da parte. Si è persa un’occasione per rilanciare gli stabilimenti del Gruppo e insieme a loro la siderurgia italiana, fare importanti investimenti di ambientalizzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali”.

“Come abbiamo avuto modo di evidenziare ripetutamente nel corso di questi mesi, la sola continuità di marcia dell’altoforno 2 decisa lo scorso 7 gennaio, con l’accoglimento da parte del Tribunale di Taranto del ricorso presentato dai Commissari di Ilva AS, non avrebbe modificato le quantità di ghisa prodotta e aumentato i livelli occupazionali e produttivi. Oggi a Taranto i tre altoforni hanno una marcia ridotta, vicina ai minimi storici, con meno di 4 milioni di tonnellate all’anno prodotte”.

“Scongiurato il pericolo di fermata dell’Afo 2 e dell’ex Ilva; ora ArcelorMittal rispetti le prescrizioni vincolanti emesse dal Giudice del Riesame per evitare di avere nei tempi prescritti rischi di incidenti e non ritrovarci nelle medesime condizioni al termine dei tempi stringenti previsti dal dispositivo giudiziario. Ora chiediamo il rientro al lavoro dei 1.273 in cigo e dei circa 1.900 in cigs per evitare migliaia di esuberi strutturali”.