Ieri è partita ufficialmente la Fase 2 di questa emergenza Covid-19. Una fase che significa parziali riaperture e qualche libertà in più per i cittadini italiani. All’emergenza sanitaria rischia di affiancarsi, però, una seconda emergenza: l’emergenza ambientale.
Tutto il suo “ragionare” in difesa dei DPCM di questo Governo è solo un richiamarsi (cosa molto strana per un giurista liberale come lui, a dirla tutta, e non vorrei che fosse la sua idiosincrasia contro Renzi, ormai leggendaria) al rispetto formale della Costituzione da parte del Governo e si sintetizza, questa sua difesa argomentativa, nella frase – ripeto, per me molto, ma molto pericolosa – e che riposto per intera: “In ogni caso – ha aggiunto – il Parlamento dispone in qualunque momento di strumenti per aprire dibattiti e confronti, per modificare ed, eventualmente, anche per togliere al Governo ogni potere e riprenderselo. Se vuole e può, lo faccia. Ma mi pare piuttosto che si preferisca litigare per mostrare di esistere e fare propaganda”.
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Una maratona virtuale in cui manager, comunicatori, professionisti, testimonieranno come stanno affrontando l’emergenza coronavirus e cosa si aspettano da una ‘fase 2’ realmente capace di far ripartire il Paese.
Nella cosiddetta “fase 2” gli esercizi commerciali la cui attività non è sospesa, al fine di limitare e contrastare la circolazione del nuovo coronavirus e garantire acquisti in sicurezza, devono rispettare le seguenti misure di igiene e prevenzione previste dal decreto del 26 aprile.