“Cani Sciolti”<\/strong> \u00e8 il nuovo album di Francesca Michielin<\/strong>, il quinto in studio per l’etichetta RCA Records<\/em>,\u00a0uscito il 24 Febbraio 2023, un giorno prima del suo ventottesimo compleanno.<\/p>\n Il disco \u00e8 allo stesso tempo un traguardo ed una partenza, come la Formula 1 che tanto ama. <\/em>Arriva, infatti, dopo i suoi primi dieci anni di carriera<\/strong>, che la cantautrice bassanese ha voluto festeggiare in pompa magna: dalla conduzione di X Factor 2022<\/strong> alla pubblicazione del suo\u00a0primo romanzo “Il cuore \u00e8 un Organo”<\/a><\/strong>, passando per il podcast<\/strong> “Maschiacci”<\/a>, attualmente alla seconda stagione (Produzione Dog-Ear).<\/em><\/p>\n “I cani sciolti sono coloro che non stanno dentro a uno schema predefinito, quelli che non stanno dentro a una corrente. Sono liberi di esprimersi. Volevo essere me stessa al 100%, scrivendo dei brani anche pi\u00f9 coraggiosi del solito.” <\/em><\/p>\n Queste le parole della stessa Francesca sul titolo dell’album, che presenta dei brani molto vari: dalle ballad intime<\/em> come “Quello che ancora non c’\u00e8”<\/strong> – mancate molto al suo pubblico, specie quello conquistato dalle canzoni di 2640, alle tracce pi\u00f9 graffianti, come “Padova pu\u00f2 ucciderti pi\u00f9 di Milano”<\/strong>.<\/p>\n Avevamo gi\u00e0 intravisto il lato attivista di Francesca, sia attraverso il suo podcast che alla conduzione di X Factor, in cui ad esempio non mancava di ricordare l’importanza di essere consapevoli del peso delle parole sui social. Musicalmente, invece, forse era stato FEAT<\/a> l’album che pi\u00f9 aveva inciso da questo punto di vista.\u00a0Con questo disco si riprendono alcune tematiche di FEAT e del suo percorso, ma si affrontano con sound diversi, pi\u00f9 simili a 2640, indubbiamente efficaci. Alcune tracce, addirittura, sembra siano state registrate in presa diretta.<\/p>\n “Sono partita dalla composizione di quello che volevo dire. Non dovremmo mai dimenticare che noi artisti siamo un mezzo. Ecco, per me dobbiamo anche stare sul cazzo. Non sono aggressiva, ma voglio che le canzoni possano essere anche spunti di riflessione.”<\/em><\/p>\n L’album, la cui artwork richiama il Vulcano di 2640, con la lacrima di fuoco che scorre sul viso della Michielin, si compone di dodici brani:<\/p>\n Le tematiche spaziano tra l’amore, l’omosessualit\u00e0, il razzismo, la religione e, naturalmente, l’attivismo femminista.<\/p>\n Il pezzo “Carmen”, inoltre, \u00e8 dedicato a Carmen Consoli. Queste le parole di Francesca su di lei:\u00a0<\/sup><\/p>\n “Lei per me \u00e8 davvero il cane sciolto della musica italiana. Non ha mai seguito una moda, ma ha sempre fatto una sua storia e la continua a fare. E’ il cantautorato dissidente.”<\/em><\/p>\n <\/p>\n Occhi grandi grandi<\/strong><\/p>\n Occhi Grandi Grandi \u00e8 la traccia di apertura di “Cani Sciolti” ed era gi\u00e0 uscita anticipatamente come singolo. Il videoclip \u00e8 disponibile solo su TikTok ed \u00e8 stato girato per intero a Bassano del Grappa. La linea di basso – il primo strumento di Francesca – fa da guida a tutto il brano. La chiave del brano risiede nella metafora del paracadute come protezione e al contempo zavorra da cui liberarsi per lasciarsi andare.<\/p>\n Un bosco<\/strong><\/p>\n Questa traccia \u00e8 stata pubblicata una settimana prima dell’album, accompagnata da una spiegazione della stessa Michielin sui suoi canali social. Lei ci tiene molto a questa traccia: \u00a0c’\u00e8 la nostalgia per gli anni 2000, con il motorino, i Green Day e la collana Piccoli Brividi. Attraverso delle frasi che spaziano tra il moderno indie pop e il classico, chi ascolta segue la storia di due persone adulte e cambiate, con il bisogno di ritrovarsi.<\/p>\n Padova pu\u00f2 ucciderti pi\u00f9 di Milano<\/strong><\/p>\n Forse uno dei pezzi pi\u00f9 taglienti dell’intero album, \u00e8 indubbiamente un brano di denuncia sociale: i posti piccoli in cui c’\u00e8 pi\u00f9 chiusura mentale, il paradosso dei “preti nell’Universit\u00e0” che promuovono l’uguaglianza discriminando la minoranza.<\/p>\n “Perch\u00e9 dici in giro che siamo tutti uguali se poi voti i razzisti ai consigli comunali? Le battute sconce alle feste di quartiere: sono minorenne, dai, offrimi da bere. Dimmi, in chiesa che cosa reciti a memoria?\u00a0Liberaci dal male che ci fai”<\/em><\/p>\n Il brano, inoltre, trasuda riferimenti culturali e popolari: dal “Cartongesso\u201d di Maino al salg\u00e0ro veneto.<\/p>\n Ghetto perfetto<\/strong><\/p>\n Probabilmente tra i brani pi\u00f9 difficili da ascoltare, ha un ritmo estemporaneo. Ritorna il tema della foresta e del bosco, ma anche qualcosa di pi\u00f9 profondo: “Saremo particelle nell’aria che volano”<\/em>, come a ricordarci che siamo tutti parte dello stesso mondo. Tanti i versi che si potrebbero citare, ma quella di chiusura \u00e8 anche la frase pi\u00f9 determinante: “Nessuno fuori, tutti quanti dentro, un ghetto perfetto!”<\/em>; il ghetto per antonomasia \u00e8 l’emarginazione, ma se contenesse tutte le sfumature non sarebbe inclusivit\u00e0?<\/p>\n Quello che ancora non c\u2019\u00e8<\/strong><\/p>\n La ballad<\/em> per eccellenza, in questo pezzo che lascia sospesi, la voce di Francesca si accompagna al pianoforte, come un ritorno alle origini. E’ il primo brano di questo album ad essere stato composto, sebbene sia il quinto della tracklist. Dai toni infinitamente intimi, c’\u00e8 tutto ci\u00f2 che si potrebbe aspettare da lei: una rottura, parole dette male, la necessit\u00e0 di capirsi, di conoscersi o forse di scoprirsi e quella di aspettare il tempo giusto per farlo, ma anche la consapevolezza che\u00a0“Quello che ancora non c’\u00e8, arriver\u00e0 da s\u00e8”.<\/em><\/p>\n Come la traccia precedente, anche questa \u00e8 una canzone molto personale, forse molto pi\u00f9 semplice da capire, ma con un sottotesto interessante; infatti, \u00e8 dedicata sia a Bassano, dove la cantautrice si \u00e8 trasferita di nuovo, sia alla “persona che finalmente la fa stare bene”. Come sempre tutte le scelte hanno una conseguenza e, certo, rimane il dubbio: \u201cChiss\u00e0 che ne sar\u00e0 della mia vita in questa grande casa, in questa piccola citt\u00e0\u201d.<\/em><\/p>\n Bonsoir<\/strong><\/p>\n Di Bonsoir ne avevamo gi\u00e0 parlato: \u00e8 il primo singolo in assoluto che ha anticipato questo album; dal sound molto pop, ricorda per certi versi i ritmi di Cinema<\/em><\/a>. Il testo, invece, ha una venatura indie pop: Mont Saint Michel, Napoli e infine Diamante, nella cui frazione (Cirella) ha girato il video di 25 Febbraio<\/a>. A spiegare il significato di quell’\u00e0ncora che diventa anc\u00f2ra \u00e8 proprio Francesca: “Sono dieci anni che realizzo i miei sogni e vivo la mia vita con un fiume che mi scorre dentro, alzo il volume, di nuovo, e mi sento come un vulcano\u201d. <\/i>Non c’\u00e8 staticit\u00e0, dunque, ma un continuo panta rei<\/em>.<\/p>\n Verbena<\/strong><\/p>\n Verbena \u00e8 un brano apparentemente semplice, anche se contrasta con lo strumentale. Una semplice storia d’amore estiva che nasce per caso e travolge, nasconde per\u00f2 il richiamo alla prima pagina del suo romanzo: “I pini diventano marittimi, e tu promettimi che ci andremo ancora”.<\/em><\/p>\n Carmen<\/strong><\/p>\n Come gi\u00e0 abbiano detto in quest’articolo, Carmen \u00e8 dedicata proprio a Carmen Consoli. Nata da una conversazione avuta con l’artista nel Dicembre 2021, ha i toni stilistici della cantautrice sicula e urla il coraggio di pensare con la propria testa e perseguire le proprie idee. E’ il brano forse pi\u00f9 importante dell’album, perch\u00e8 contiene la poetica della Michielin e il suo pensiero in merito al fare questo mestiere: “Io non voglio contenermi e vivere a nervi scoperti \/\u00a0Fare le canzoni tristi \/\u00a0E piangere addosso a un \/\u00a0Mondo che ci vuole forti \/ e noi<\/em> Non sono io la tua solitudine<\/strong><\/p>\n Poco da dire, o forse molto, su questo brano e la sua potenza: con il rancore o forse la schiettezza giusta, qui si fa spazio il tema delle relazioni tossiche e delle persone che non riescono ad affermare il proprio s\u00e8 dipendendo dagli altri.<\/p>\n Claudia<\/strong><\/p>\n Il brano LGBTQIA+ dell’album, Claudia canta la storia d’amore tra due donne. Anche qui molto schietta, Francesca scrive: \u201cLa gente non ha mai un cazzo da fare ma ha sempre mille cose da dire, spesso non necessarie\u201d,<\/em> alludendo ancora a una volta a quanto possano far male dei commenti gratuiti, non richiesti. E’ un cerchio che si chiude, come \u00e8 successo anche durante le puntate di X Factor con i commenti sul suo corpo, ma qui la tematica ha le sfumature arcobaleno e la domanda centrale nella canzone resta aperta: \u201cIn che lingua dovrebbero amarsi due come noi?\u201d. <\/em>Esistono le relazioni di Serie B?<\/p>\n \u00a0d. punto<\/strong><\/p>\n Prodotto insieme a Francesco Fugazza, l’ultimo brano \u00e8 musicalmente difficile da spiegare, con sound e spazi molto ampi che si intrecciano con la voce. Dal carattere autobiografico, completa “Piccola citt\u00e0”, aggiungendo quel tassello in pi\u00f9: un amore cos\u00ec speciale, da urlare “Tu mi fai stare bene” e ricordare, ancora una volta, l’importanza della vulnerabilit\u00e0 e forse della fragilit\u00e0. Come fa uno Scorpione, che peraltro caratterizza il suo ascendente, quello che canta Francesca \u00e8 un amore che lascia e lascer\u00e0 il segno:\u00a0“Tu non mi passerai mai, credo mai”<\/em>.<\/p>\nIl titolo e le tematiche di\u00a0“Cani Sciolti”<\/h2>\n
La tracklist di Cani Sciolti<\/h2>\n
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La recensione di\u00a0“Cani Sciolti”, traccia per traccia<\/h2>\n
Piccola citt\u00e0<\/strong><\/h3>\n
\nFortemente fragili \/\u00a0Sempre con il vento contro noi \/\u00a0Ostinatament\u0435 liberi”.
\n<\/em><\/p>\n