(Adnkronos) –
\nUn molo galleggiante al largo della Striscia di Gaza, per poter accogliere e poi distribuire alla popolazione palestinese dell'enclave circa due milioni di pasti al giorno. Questo l'ambizioso piano messo a punto dagli Stati Uniti insieme a una societ\u00e0 privata poco conosciuta, la Fogbow, gestita da ex funzionari militari e di intelligence. Pi\u00f9 di mille i soldati americani che parteciperanno all'operazione, ma che, ha garantito il Pentagono, non metteranno piede all'interno della Striscia di Gaza. Cos\u00ec come, allo stesso modo, nessun civile potr\u00e0 salire sul molo.\u00a0Tecnicamente la struttura, come ha spiegato sempre il Pentagono, sar\u00e0 costituita da due componenti: un grande molo galleggiante composto da segmenti di acciaio e una banchina pi\u00f9 piccola che sar\u00e0 collegata alla terraferma da una strada rialzata a due corsie lunga 548 metri. La strada rialzata sar\u00e0 composta da pezzi di acciaio di 12 metri collegati tra loro e fissati alla riva. Le navi mercantili consegneranno i rifornimenti al molo galleggiante e da l\u00ec gli aiuti verranno scaricati su una serie di chiatte e navi pi\u00f9 piccole che raggiungeranno la banchina galleggiante. Questa sar\u00e0 collegata alla Striscia di Gaza con una strada assemblata in mare e ''conficcata'' nella spiaggia, in modo da permettere ai militari americani di non mettere piede nell'enclave.\u00a0Come spiegano fonti ben informate alla Bbc, i container verranno svuotati sulla banchina galleggiante e il contenuto verr\u00e0 caricato sui camion per essere portato ai punti di distribuzione all'interno di Gaza, come parte di un piano approvato dai governi statunitense e israeliano. Alla Bbc \u00e8 stato detto che Fogbow \u00e8 ancora alla ricerca di finanziamenti e ha informato una serie di governi europei e del Medio Oriente sui piani. Nel lungo termine, Fogbow prevede di creare una fondazione gestita da donatori per contribuire a portare gli aiuti a Gaza.\u00a0Il successo del piano dipende dalla sicurezza, sottolineano gli esperti militari americani, segnalando l'eventualit\u00e0 di essere colpiti dal fuoco ostile in una zona di combattimento ancora attiva e di essere assaltati da grandi folle di civili che si radunano sulla riva. Per questo il contrammiraglio in pensione Mark Montgomery, un veterano della Marina americana con esperienza nella fornitura di aiuti umanitari, ha affermato che l'operazione richiede la creazione di un "bozzolo di sicurezza" sia sulla spiaggia sia nelle acque poco profonde vicine. "Non si pu\u00f2 permettere che i civili salgano sul molo", ha detto Montgomery. "Potrebbe essere un genitore alla disperata ricerca di cibo per i propri figli o qualcuno che vuole tentare di uccidere qualcun altro. Ci\u00f2 interromperebbe le operazioni", ha spiegato.\u00a0Due fonti a conoscenza del piano hanno spiegato alla Bbc che le Forze di Difesa Israeliane (Idf) gestiranno la sicurezza "esterna" per impedire che folle di civili raggiungano la spiaggia e per rendere l'area sicura. La distribuzione sar\u00e0 responsabilit\u00e0 dei palestinesi locali e disarmati, mentre si ritiene che Fogbow avr\u00e0 compiti logistici limitati e non inerenti la consegna degli aiuti. \u00a0Montgomery \u00e8 dubbioso sul fatto che militari americani non saranno a Gaza perch\u00e9 sar\u00e0 necessario ''controllare che le cose vanno come devono andare''. Per cui, se sulla spiaggia non ci saranno davvero soldati Usa, allora ''ci sar\u00e0 un appaltatore esterno, probabilmente un militare americano in pensione'', ha aggiunto.\u00a0Sull'efficacia degli aiuti, il Dipartimento di Stato Usa ritiene che potranno fare la differenza. Perch\u00e9 se l'obiettivo \u00e8 la distribuzione di due milioni di pasti al giorno, questi andrebbero a soddisfare i bisogni di quasi l'intera popolazione della Striscia di Gaza, ovvero 2,3 milioni di persone. Si tratterebbe di aiuti di gran lunga superiori a quelli che attualmente arrivano via terra attraverso il valico di Rafah al confine con l'Egitto e quello di Kerem Shalom con Israele, cos\u00ec come tramite i lanci aerei. Tuttavia il metodo pi\u00f9 rapido per far arrivare aiuti alla popolazione di Gaza resta via terra ed \u00e8 per questo che questo tipo di distribuzione non verr\u00e0 sostituita, ma affiancata dal supporto marittimo, come ha spiegato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Matthew Miller.\u00a0"Anche nella migliore delle ipotesi, il molo non sar\u00e0 allestito prima di due mesi come meccanismo di consegna efficace", ha detto Montgomery. "Dobbiamo tenerne conto mentre affrontiamo le sfide umanitarie dei prossimi 45 giorni'', ha sottolineato.\u00a0Tuttavia, ha appreso la Bbc, Fogbow sta esaminando la possibilit\u00e0 di dragare una spiaggia per consentire alle chiatte di avvicinarsi abbastanza alla riva da poter scaricare gli aiuti sui camion prima che sia completata la costruzione del molo galleggiante. (di Melissa Bertolotti)\u00a0—internazionale\/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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