(Adnkronos) –
\nTullio De Piscopo ricorda Pino Daniele e il decennale della sua morte: \u201cSono passati dieci anni, rivivo con amore e con nostalgia i momenti passati assieme, il tempo \u00e8 come se si fosse fermato al 22 dicembre 2014, al Forum di Assago: \u00e8 stato uno degli ultimi concerti assieme, un'esibizione strepitosa che ha preceduto quella nella nostra Napoli. Pino ancora oggi \u00e8 sempre presente nella mia vita quotidiana\u201d. Cos\u00ec il percussionista e batterista ricorda il collega all\u2019Adnkronos.\u00a0Tullio De Piscopo \u00e8 stato uno dei musicisti pi\u00f9 vicini al cantautore napoletano, con cui ha suonato pi\u00f9 volte tra la fine degli anni \u201870, poi negli anni \u201880 e anche nell\u2019ultima parte della carriera di Pino, formando una band di caratura forse irripetibile con James Senese (sassofono), Joe Amoruso (tastiere), Tony Esposito (basso) e Rino Zurzolo (contrabbasso). Un sestetto d\u2019assi in giro per l\u2019Italia e per l\u2019Europa. \u00a0\u201cL\u2019altra notte, mentre tutti dormivano a casa mia, ho avuto la necessit\u00e0 di ascoltare la musica di Pino, le sue poesie e la mente \u00e8 volata al 1977, l\u2019anno che ci siamo conosciuti. Avevo subito compreso le sue potenzialit\u00e0 artistiche – racconta il musicista – Ricordo quando si discuteva della scaletta dei concerti, mentre il barbiere in albergo faceva la barba prima a lui, poi a me. Adesso staremmo insieme sicuramente a suonare in qualche posto, lui era sempre accompagnato dalla sua chitarra". "Siamo stati in simbiosi, c\u2019era un tempismo tra chitarra, batteria e voce inimitabile\u201d, sospira il batterista napoletano, nato a Porta Capuana, centro storico di Napoli, a poche centinaia di metri da Santa Maria La Nova, luogo di nascita e formazione di Pino. \u00a0Sul rapporto, a volte tormentato, tra il \u201cNero a met\u00e0\u201d e Napoli, De Piscopo confida: \u201cEra innamorato di Napoli come me d'altronde, scriveva di Napoli. Non gli piaceva l'autoindulgenza, n\u00e9 la rassegnazione ai mali storici della citt\u00e0. Quando ci ha lasciato era in preparazione un album insieme interamente in lingua napoletana. Sarebbe stato un salto all\u2019indietro di decenni, ma non sui suoni, i suoni non sarebbero mai cambiati, abbiamo sempre avuto il nostro sound, che era frutto delle nostre conoscenze\u201d. \u00a0Il feeling tra Tullio e Pino non era certo solo musicale: \u201cSpesso, quando sorseggio un bicchiere di vino, ripenso a quella volta che andammo in una pizzeria vicino casa sua, a Roma: appena seduti, Pino chiese al cameriere una bottiglia di vino rosso, bianco e di birra, iniziai a ridere e gli chiesi: nun \u00e8 che ci far\u00e0 male? E lui: \u201cnun te preoccup\u00e0, ogni tanto nun fa\u2019 mal\u201d.\u00a0—spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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